martedì 29 settembre 2009

Addio a Sergio Piro

Addio a Sergio Piro, uno dei padri della psichiatria italiana
Aveva da poco compiuto 81 anni.
Lo ha trovato morto la moglie Maria alle 23 e 30 di mercoledì.
Era seduto alla scrivania, come se stesse ancora studiando.
È stato storico collaboratore di 'Repubblica'.

Articolo di Giuseppe Del Bello.

Sergio Piro Seduto alla scrivania, davanti allo schermo del computer e appoggiato allo schienale della poltroncina. Così lo ha trovato la moglie Maria alle 23 e 30 di mercoledì. Composto e sereno. Come se stesse ancora studiando. E invece Sergio Piro, uno dei padri della psichiatria italiana, era spirato pochi minuti prima. Probabilmente ucciso da un infarto che ha avuto la meglio sul suo cuore malandato e per due volte salvato dal bisturi.Aveva da poco compiuto 81 anni. Con lui, nato a Palma Campania nel ‘ 27, non solo scompare lo scienziato che, per primo sul finire degli anni ‘60, trasferì al sud le rivoluzionarie teorie di Franco Basaglia per una psichiatria diversa, non più ispirata a quel domicilio coatto che si chiamava manicomio.Con Piro, storico collaboratore di "Repubblica", se ne va il mordace intellettuale che aveva combattuto e ancora si dava da fare in nome della giustizia sociale, a difesa dei diseredati e per veder riconosciuti i diritti dei deboli. Pur di portare avanti un progetto alternativo di cura, dopo aver abbandonato l'università nel ‘65, non aveva esitato a scontrarsi con il potere istituzionale che gli fece pagare cara la sua temerarietà licenziandolo, nel febbraio del ‘69, dall'ospedale Meterdomini di Nocera Inferiore che dirigeva da dieci anni.Spirito indagatore della psiche umana, Piro è stato punto di riferimento per migliaia di pazienti con i quali soleva condividere la malattia mentale. Ed è proprio per questo tratto amicale e privo di susseguo che si era conquistata fama tra le gente e, anche, più di un'antipatia professionale. Per lui era fondamentale perlustrare la frontiera espressiva della follia nel tentativo di tradurne il linguaggio "diverso" che ne derivava.Dopo l'infanzia trascorsa in Sardegna, si trasferì a Napoli, dove si laureò nel ‘51 e mosse i primi passi come volontario della clinica delle Malattie nervose, per specializzarsi in neuropsichiatria a Cagliari con una tesi sulla "Semantica del linguaggio schizofrenico". Per dieci anni (dal ‘59 al ‘69) diresse lo psichiatrico Materdomini di Nocera Superiore dove diede il via alla "comunità terapeutica", la seconda dopo quella di Basaglia a Gorizia.
Membro della segreteria nazionale di Psichiatria democratica dal ‘ 76 all'81, diresse la terza unità del "Leonardo Bianchi" dal ‘74 al ‘75 e, successivamente, lo psichiatrico Frullone. Piro è stato anche direttore del centro ricerche sulla psichiatria dall'80 e docente di Psichiatria dall'83 al ‘91."Piro non è stato solo uno psichiatra, ma un costruttore lucido di libertà e democrazia", ha scritto in una nota la Cgil Campania, mentre per Vincenzo Siniscalchi ex deputato e componente del Consiglio superiore della Magistratura "la scomparsa di Piro priva Napoli di una delle sue più alte espressioni intellettuali"."E' stato anche un uomo di sinistra e grande intellettuale libero da schemi e da ideologismi", ha commentato l'assessore alla Politiche sociali Giulio Riccio.Il sindaco Iervolino ha sottolineato il ruolo di "studioso che, rivoluzionando i principi della psichiatria, ha riaffermato la dignità di vita dei malati". E infine Rino Colavecchia, presidente dell'Afasp Campania (sofferenti psichici) ha ricordato il "contributo spontaneo per la nascita e lo sviluppo dell'associazione".

Nessun commento:

Posta un commento